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giovedì 19 agosto 2021

Ulteriori considerazioni sulla nuova intitolazione di Belvedere Romani

 

Vasto1785 - Napoli 1852. 

Medico, introdusse per primo l'omeopatia nel Regno delle Due Sicilie


Ulteriori considerazioni sulla nuova intitolazione di Belvedere Romani

Comunicato stampa

In data 8 luglio 2020, sulla base della Legge n. 1188/1927 seguita da Circolare del Ministero degli Interni n. 10/1991, la Giunta comunale di Vasto, approva la delibera n. 138 recante il titolo:

 «Toponomastica – intitolazione di n. 18 aree di circolazione, di n. 7 ville e un parco pubblici, dello stadio del nuoto comunale, di un campo sportivo da calcio, di una pista ciclopedonale e di un’arena comunale – Determinazioni»

La delibera viene approvata con decreto prefettizio n. 60195, 6 agosto 2020. Ciò sulla base della legge n. 1188/1927 che recita: «L’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione di quelle già esistenti, nonché l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire solo dietro autorizzazione del Prefetto».

Al punto XIV della delibera di giunta si legge quanto segue:

«Parco pubblico non denominato innestato nell’area residenziale comunemente denominata Belvedere Romani confinante con via Peschiera, Largo Belvedere Romani e via Curtatone».

Il cosiddetto Parco pubblico non denominato con la nuova denominazione assume il titolo di Belvedere Silvio Petroro.

 Il Parco Silvio Petroro viene inaugurato un anno dopo la delibera, il 7 agosto 2021.

Alcune considerazioni.

Nella delibera in questione, il Parco non denominato risulta confinante a sud con il Largo Belvedere Romani. E qual è la differenza tra il primo e il secondo? Ciò vuol dire che il Largo Belvedere Romani continuerebbe a sussistere? E in che modo continuerebbe se è vero che il manifesto comunale di inaugurazione pone il luogo in via Francesco Crispi sul cui limite peraltro è stata posta la nuova targa toponomastica? Un vero pasticcio. Ma fermi restando alla delibera dell’8 luglio 2020, quali dovrebbero essere i confini del Parco non denominato e quali quelli del Largo Belvedere Romani? Insomma, occorrerebbe quanto meno un minimo di chiarezza per definire l’effettivo ambito di localizzazione delle denominazioni.

Come già detto, il segno della nuova intitolazione è posto sul limitare di via Francesco Crispi. Se è questo il confine, dove si dovrebbe trovare, per la Giunta, il Largo Belvedere Romani di cui fa menzione nella delibera? Coinciderebbe forse con l’attuale largo della Rotonda di Porta Nuova chiamato via Crispi? Per cortesia, è possibile sciogliere l’enigma racchiuso nella delibera?

Si chiede troppo se con una matita vengono chiariti i confini richiamati dalla delibera stessa? Difficoltà non esistono per via Peschiera (est) e via Curtatone (ovest). Ma per Largo Belvedere Romani, sì. Perché solo delimitando quest’ultimo (che risulta essere un blocco unico stando alla mappa catastale del 1875), si può ricavare per sottrazione qual è «l’area residenziale comunemente denominata Belvedere Romani». Scusateci se ci ripetiamo: ma vorremmo capire. Qual è la differenza tra «l’area residenziale comunemente denominata Belvedere Romani» e il Largo Belvedere Romani con cui confinerebbe.

(Mappa catastale del 1875)

La delibera approvata comporta delle dichiarazioni che devono essere topograficamente precisate. Occorrerebbe un segno di matita su di una carta 1:2000. Un semplice tratto di matita, per cortesia. Una delibera di questo genere non può non essere esibita senza una qualche consistenza topografica.

Ecco allora il punto: chiediamo innanzitutto all’Amministrazione di dare conto alla città dei confini da essa stessa denominati e approvati. Le eventuali targhe possono essere apposte solo se si sa di quale luogo si parla. In secundis, come avrebbe detto il grande Totò, procedere in qualche piccola notazione storica.

Ora, forse non tutti sanno che a Vasto esiste un Archivio Storico Comunale. E che in esso sono conservate delibere (con lacune) dal 1559 (proprio così, 1559!) fino al 1961. Non solo. Ma esiste un libro senza autore pubblicato nel 2015 dall’Amministrazione Comunale con l’elenco delle delibere comunali dal 1869 al 1961. 

(Copertina del libro)

È vero che nessuno è tenuto a leggere un libro di dati. Ma pur senza recarsi in Archivio (per giunta chiuso) qualcuno avrebbe trovato a pag. 44 l’opportunità di leggere seguente attestazione: «28 ottobre 1872. n. 139. Modifiche alle legende nelle etichette delle strade (elenco)». Di che cosa si tratta? Presto detto! Della delibera n. 139 (ma guarda caso! un numero in più della delibera n. 138 dell’8 luglio 2020) con cui si rinnova la denominazione toponomastica urbana postunitaria dopo la presa di Roma del 20 settembre 1870. 


("La Delibera n. 139 del 28 ottobre 1872, al punto 114 non modificava la precedente denominazione Belvedere Romani")

Ovviamente nel libro non è pubblicato il testo del documento che noi invece riportiamo sopra. Ma per l’Amministrazione comunale di Vasto non sarebbe stato difficile accedere in Archivio, dato che è essa stessa a concedere l’autorizzazione ora che l’Archivio è chiuso. Avrebbe trovato che la delibera n. 139 del 28 ottobre 1872, al punto 114 (e non 14, come quella dell’8 luglio 2020) non modificava la precedente denominazione Belvedere Romani (già attuata nel 1854, essendo Francesco Romani morto nel 1852).

Insomma, senza indicazioni precise si corre il rischio di eliminare un’indicazione toponomastica ufficiale vecchia al 2020 di ben 166 anni. Si tratta, in effetti, di eliminazione, perché insieme con la targa del nuovo intestatario, non esiste alcuna indicazione del precedente come risulta dalla delibera del 2020. Insomma, pur parlando di coesistenza di un Largo Belvedere Romani con il Parco più volte citato, la Giunta non ha dato attuazione alla delibera da essa stessa approvata.

Stando così le cose, le associazioni firmatarie di questo documento procedono a: 

1. inviare al Prefetto la delibera del 28 ottobre 1872 e copia della parte di mappa catastale del 1875 il cui originale la segreteria di S. E. potrà trovare, per verifica, presso l’Archivio di Stato di Chieti. Ciò per consentire l’annullamento dell’autorizzazione concessa al solo punto 14 della delibera di giunta 8 luglio 2020. Si evita cosi di procedere a una doppia nominazione;  

2. inviare all’Amministrazione Comunale in carica i predetti documenti per procedere alla revoca della delibera del 28 ottobre 1872 in carica per attuare, con le necessarie motivazioni, la sostituzione toponomastica.

In questo modo, la Giunta Comunale di Vasto potrà raggiungere con tranquillità l’annullamento di 166 anni di storia e di aprire la via maestra al nuovo che avanza.

Pro Loco “Città del Vasto”

Italia Nostra del Vastese 

                                                                            Associazione Civica “Porta Nuova” - Vasto


Pubblicato da Mercurio Saraceni

giovedì 12 agosto 2021

A PROPOSITO DELLA INTITOLAZIONE DI UN LUOGO

 


(Francesco Romani)


A PROPOSITO DELLA INTITOLAZIONE DI UN LUOGO

di Luigi Murolo 

E’ semplice dir male delle cose che si fanno come è semplice dir male di quelle che non si fanno. Di fatti, non è questo il senso del presente intervento. Per quanto mi riguarda, voglio semplicemente porre l’attenzione su di una vicenda che ho avuto occasione di leggere sugli organi di informazione cittadini. Parlo dell’intitolazione del Belvedere Romani a Silvio Petroro.

Parlo, ad esempio, di un eventuale visitatore del luogo che avrebbe il piacere di conoscere dalla targa notizie minime sul personaggio ricordato: almeno data di nascita e morte. Ma niente (provvedo io: 1930-2009). Nemmeno una rapida notiziola sulla motivazione del tipo: «ambasciatore dell’emigrazione vastese» o qualcosa di simile. Insomma, che cosa resta? Un nome, soltanto un nome, di cui si presuppone che tutti sappiano chi sia. Quasi a dire che tutti – dico tutti – siano tenuti a sapere chi fossero – tanto per fare qualche esempio – Ettore Janni, F. Ritucci Chinni, Luigi Anelli, Mario Molino, ecc. –. Una pessima abitudine che dura da sempre. Tanto per sottolineare qualche aspetto, la denominazione di strade ottocentesche come Buzio, Eloidia, Sestia, Nirico ecc. di cui, oggi, nessuno sa più nulla. E poi, che cosa dire di una via Umile di fronte all’ingresso dello Stadio? Che se non ci fosse una targa commemorativa nei giardini di piazza Rossetti (e lo si deve sapere!) rimarrebbe una denominazione sconosciuta. Ch’io sappia (salvo errori), l’unico personaggio che fortunatamente sfugge a questa assurda regola locale è lo scrittore italo-americano Pietro Di Donato.

Ecco allora il punto: Silvio Petroro. Il nome di un personaggio della vita sociale del Novecento che, nella toponomastica cittadina, viene sovrapposto ad un altro esistente, sostituendolo? E in base a quale criterio? Perché ha realizzato un Monumento all’emigrante allocato in quell’area? Se vale questa regola perché non intitolare piazza Del Popolo a Giuseppe Spataro perché colà esiste un suo busto? E perché non intitolare a Roberto Bontempo il tratto di lungomare a Scaramurza per il Monumento alla Bagnante? E poi, perché non dedicare al grande filantropo Carlo Della Penna via Madonna dell’Asilo per il fatto di aver finanziato, nel suo asilo per l’infanzia donato alla città, il pannello bronzeo dal titolo Il trionfo del lavoro?

Insomma, un brutto precedente quello creato con l’intitolazione del Belvedere Romani a Silvio Petroro. Non certo per quest’ultimo, che merita il riconoscimento di una strada dedicata al suo nome. Ma perché ciò avviene in sostituzione di un altro nome. Che è quello di un grandissimo filantropo del XIX secolo, medico di risonanza internazionale, promotore delle cure omeopatiche nel Regno delle Due Sicilie: parlo di Francesco Romani (1785-1852). Il quale, tra l’altro, risulta essere il più antico scrittore in dialetto vastese. Il suo sonetto, Sciaraballёine, è pubblicato da Luigi Marchesani nella Storia di Vasto (p.17). Ma in che cosa consiste la donazione del Romani? E’ sufficiente leggere il chirografo di notar Giovanni Conte datato 18 novembre 1852 conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli. Tra l’altro risulta pubblicato dai suoi amici in un opuscolo di 78 pagine conservato nell’attuale Polo Bibliotecario di Vasto. Quasi non bastasse, lo stesso opuscolo è disponibile sul Web e può essere tranquillamente scaricato. In ogni caso, i punti 1, 10, 11, 12 del rogito notarile sono pubblicati in un mio volumetto dal titolo Cosa strana e nuova. Istruzione tecnica e territorio: un caso abruzzese tra Otto e Novecento, Vasto, Il Torcoliere, 2002, pp. 30-31. Il testo è disponibile per la consultazione gratuita presso la biblioteca dell’Agenzia per la Promozione Culturale (chiusa purtroppo) oppure presso la Biblioteca vastese allestita presso la Libreria in via Cavour.

Ma già mi sento dire: guarda! queste cose noi le conoscevamo. Ciò che noi abbiamo fatto non è la sostituzione di un nome. Ma l’apposizione di un nuovo nome perché non esiste alcuna targa toponomastica ufficiale con l’intitolazione Belvedere Romani. Ma come aggiungo io: non avete provato a scandagliare l’Archivio Storico Comunale di Vasto? Sappiamo che è chiuso e ignoriamo se e quando riaprirà. Ma voi dell’Amministrazione Comunale di Vasto avreste potuto chiedere l’autorizzazione alla stessa Amministrazione Comunale di Vasto per procedere alla ricerca di una simile notizia, rivolgendovi magari all’archivista oggi in pensione. Avreste sicuramente trovato la delibera comunale con cui la città intitolava quell’area a Romani. Presenterò la fotocopia della delibera in una conferenza stampa che devo ancora fissare e volendo, se avrò l’autorizzazione, provvederò a far visionare agli interessati il faldone con l’originale. Sarà mia premura consegnare al Prefetto copia del documento. Ma se poi vogliamo dirla tutta, esiste la prova delle prove nella mappa catastale del 1870 conservata presso l’Archivio di Stato di Chieti. Come tutti sanno il Catasto vale per l’individuazione ufficiale della proprietà privata (e per l’individuazione delle particelle, la denominazione delle strade è fondamentale). E lì con bei caratteri, spicca la denominazione Belvedere Romani.

(Foto n. 1 - Cartolina di Vasto con riproduzione della mappa urbana del 1870)

Ma la cosa più straordinaria è un’altra. Nessuno ha mai pensato che la delibera di sostituzione è stata redatta con una presenza ingombrante fuori dalle stanze del governo della città. Un busto marmoreo con l’indicazione di un nome particolare fatto realizzare proprio dalle amministrazioni decurionali durante il periodo preunitario. Sapete qual è il nome del personaggio effigiato? Presto detto: Francesco Romani.

(Foto n. 2 - Vasto, Palazzo di Città: busto marmoreo di Francesco Romani)

Ora io non so chi abbia proceduto alla sostituzione nominale dell’area. E nemmeno mi importa saperlo. Aggiungo: avrà sbagliato in buona fede. Va bene così. A me interessa solo correggere un errore madornale e restituire l’originaria denominazione al luogo. Se poi si vuole intitolare la sola piazzola del Monumento all’Emigrante a Silvio Petroro nessun problema. Ciò che conta è che il Parco ritorni ad avere una e una sola denominazione: Belvedere Romani.

[Foto n. 3 - Cartolina di Vasto (1902)]
Intanto porgo saluti con due antiche cartoline di Vasto. La prima edita nel 1902, con l’indicazione Belvedere Romani (Foto n. 3). La seconda, una riproduzione della mappa catastale del 1870 con la certificazione di Belvedere Romani (Foto n. 1).

Foto:

N. 1 - Cartolina di Vasto con riproduzione della mappa urbana del 1870;

N. 2 - Vasto, Palazzo di Città: busto marmoreo di Francesco Romani;

N. 3 -  Cartolina di Vasto (1902).  



      Pubblicato da Mercurio Saraceni

Conferenza all’Università “D’Annunzio” di Chieti su “Carlo d’Aloisio da Vasto, Artista e Promotore di Arte e Cultura”

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