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domenica 1 marzo 2020

Raffaele Liberatore


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IL SUO ARRIVO A VASTO NEL 1804

Ecco come Emmanuele Rocco descrive Vasto


di Mercurio Saraceni

Sfogliando una vecchia raccolta rilegata del giornale parmense del 1845 "LA LETTURA", un tomo di quasi 800 pagine, mi sono imbattuto in un articolo biografico scritto da Emmanuele Rocco su Raffaele Liberatore. Chi era costui? Nato a Lanciano il 22 ottobre 1787 da Pasquale Maria e da Caterina Bocache, viene descritto come persona di grande intelligenza e cultura. All'età di soli 18/19 anni fu chiamato, come "apprendente", dall'allora Ministro degli Affari Esteri del Regno di Napoli, il Marchese M. Mastrilli, poiché fortemente impressionato dalla sua cultura. Percorse una rapida carriera: primo ufficiale di gabinetto nel 1811; capo divisione nel 1813; insignito di medaglia d'onore nel 1814; cavaliere dell'Ordine delle Due Sicilie nel 1815; promosso ufficiale di carico nel 1817; ufficiale di Dipartimento nel 1820. Dopo lo scoppio dei moti del 1820, Liberatore fondò a Napoli, con insigni giuristi e storici, la rivista "La Minerva napolitana" considerata il periodico tra i più autorevoli a livello culturale dell'epoca. Oggi la Biblioteca Comunale di Lanciano porta il suo nome. 
All'età di 17 anni, Liberatore si reca a Vasto ed ecco come Emmanuele Rocco, Presidente dell'Accademia dei Filopatridi, in occasione della sua scomparsa avvenuta 11 giugno del 1843, descrive  la nostra città e gli uomini che la caratterizzavano ai primi dell'800 sul giornale parmense (pagg. 718 e 719).
                          L'immagine può contenere: testo
"In questo tempo, e precisamente nel 1804, il Liberatore cominciò a farsi distinguere su più ampio teatro; eppure non contava che diciassette anni. Recossi nel Vasto, che poteva allora considerarsi come l'Atene degli Abruzzi: infatti vi fiorivano parecchi valentuomini, quali il conte Giuseppe Tiberii, suo fratello Nicola poeta, pittore e incisore, suo figlio Francesco primicerio nella Chiesa collegiata di S . Pietro , che poi fu vescovo di Solmona, Benedetto Betti dottissimo nella storia del Vasto e di tutta la regione frentana, il P. Teodoro Laccetti ex provinciale de' M . C., Nicolò Suriani canonico teologo, il can. Michele de Meis, gli avvocati Vinceslao Mayo, Aniceto Celano, Romualdo Celano, Francesco Marchesani, i celebri dottori fisici Saverio Vassetta, Carlantonio Agrifoglio e Domenico Rajani, ed altri in gran numero. Ma fra tutti si distingueva in particolare il P. Vincenzo Gaetani de' Chierici Regolari della Madre di Dio, il quale dopo essere stato professore di Belle Lettere nelle publiche scuole del Vasto, dettava allora con somma lode filosofia e matematica, e contava fra i suoi uditori un Gabriele Rossetti, un Francesco Romani, un Francesco Paolo de Meis, un Roberto Betti, e Camillo Celano, e Antonio Tiberii figlio di Giuseppe, Quirino Mayo, il can. Uranio Mayo, Giuseppe Nasci, Cesario Meninni, Florindo de Baroni Muzii, il Barone Mascione, ed altri moltissimi ancor viventi che tutti si segnalaron dappoi chi in una facoltà, chi in un'altra.
Tale era la città del Vasto, l'antica Istonio, quando vi giunse in casa di Benedetto Betti suo parente il modesto giovane Liberatore a farvi palese il suo ingegno: e molto dovette al certo godere di trovarsi tra uomini di matura età rispettabilissimi per sapienza e virtù, e fra giovani ottimamente istituiti e delle più grandi speranze".

Che dire? Meglio non far paragoni con oggi!!!


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